The Memory

The Memory

04/04/2011

In occasione dell'uscita del loro primo ep intitolato "Call it a Comeback" abbiamo intervistato la band.

Ciao ragazzi! Da meno di un mese è uscito il vostro primo Ep:  “Call It A Comeback”, che sto ascoltando in questo momento, fateci una presentazione del lavoro e diteci soprattutto se ne siete soddisfatti.

Ciao a tutti, “Call it a comeback” è il nostro ep d’esordio uscito il 10 Marzo 2011 per Indelirium Records. Contiene 6 tracce di hardcore punk new school per gli amanti di Comeback Kid e ultimi Your Demise di cui siamo estremamente contenti! Ci soddisfa interamente, dalla registrazione (Hell Smell, Roma) al mix/mastering (Studio Mediterraneo, Bari) alla grafica per il digipack (Nobu design).

Entrando nel vivo della sala prove: come nasce di solito un brano nuovo dei The Memory?

Dipende. Di solito Luigi (chitarra) oppure io (Giancarlo, voce) portiamo una bozza più o meno completa di una canzone, che poi completiamo con gli arrangiamenti in sala prove; a volte capita invece di iniziare a lavorare su dei riff per poi stravolgere completamente la struttura del brano.

Come dicevano i Lagwagon:  “let's talk about feelings”: leggendo i titoli dei brani e cercando di tradurre un minimo i testi, l'idea è che le liriche trattino di argomenti emotivamente importanti per voi. Parlatecene un po’.

I nostri testi affrontano tematiche tutto sommato semplici, ma di sicura importanza per noi:  riflessioni interiori, sincerità nei rapporti interpersonali, attenzione per le situazioni che ci riguardano.. ad esempio “Always true” parla della cronica difficoltà delle zone in cui viviamo a mandare avanti un discorso musicale. Discorso ulteriormente allargato da “The heart is already dead”, in cui ho posto l’accento sulla mancanza di propositività tipica di chi si lamenta ma non fa nulla per cambiare le cose.

Ho notato con piacere che avete sempre un buon numero di date live fissate qua e là per l'Italia, diteci per adesso qual è un concerto che ricordate con particolare piacere ed invece uno che vi ha lasciato un pò l'amaro in bocca.

Sarò sincero, da quando è cominciata l’avventura coi The Memory (Giugno 2009) abbiamo fatto circa una ventina di date (che non sono affatto poche, considerando che diversi mesi siamo stati proprio fermi) e davvero non ce n’è una che mi abbia lasciato l’amaro in bocca. Anzi, abbiamo sempre pensato che già il solo fatto di suonare a chissà quanti km da casa sia un grande privilegio! Concerti che invece ricordiamo con grandissimo piacere ce ne sono eccome, tre in particolare: La Spezia, Molfetta e Catania, semplicemente perché c’era un sacco di gente che ha fatto un gran macello con noi on stage! E poi finora suonare in giro ci ha dato modo di conoscere persone davvero meravigliose e di cuore, di quelle che se ne incontrano sempre più raramente.

Quali sono i vostri progetti imminenti per quel che riguarda il vostro lavoro d'esordio?

Fino a Giugno abbiamo diverse date italiane, già confermate o comunque in programma. Dopodichè penso ci fermeremo per l’estate, magari approfittando per scrivere qualche nuova canzone, per poi ripartire da Settembre con date all’estero, sempre di supporto all’uscita dell’ep. Abbiamo la fortuna di girare tanto coi nostri amici No Blame, infatti proprio a Settembre abbiamo in progetto un tour spagnolo insieme.

 Essendo nella scena da ormai un decennio, una cosa che mi è sempre sembrata un pò paradossale e che col tempo si continua a verificare sempre di più è che il pubblico dei concerti ed i fan in generale preferiscono comprare t-shirts piuttosto che dischi e ciò è un controsenso se si pensa che si sale sul palco per passione della musica e non della moda..  qual è la vostra opinione a riguardo?

Ne parlavamo proprio l’altra sera, la sostanza non cambia in fondo … nel senso che se una persona acquista la maglia piuttosto che il cd, o comunque viceversa, sta sostenendo ugualmente la band. Però è vera questa tendenza, sarà perché in ogni caso il cd si può scaricare spesso e volentieri e lo ascolti al computer, invece una maglietta la indossi … Boh! Per me, è positivo lo stesso.

Per motivi geografici e immagino anche affettivi siete strettamente legati all'Abruzzo e sicuro sarete stati scossi fortemente (il pessimo gioco di parole non era voluto) dal terremoto de L'aquila del 2009. A quasi 2 anni di distanza potete dirci come stanno effettivamente le cose laggiù visto che voci dicono che da quando son andati via i giornalisti se ne son andati anche gli aiuti?

Non viviamo proprio vicini a L’Aquila, però insomma … abbiamo tanti amici in Abruzzo (è pur sempre la regione che confina con la nostra) ed in ogni caso avendo vissuto il terremoto anche in Molise non possiamo che sentirci profondamente toccati dalla vicenda. Posso dirti che gli umori che giungono da quelle parti non sono affatto buoni … la situazione non sembra assolutamente essere cambiata, anche se si millantano miracoli di ricostruzione. 

Provenite da diverse band che pur provenendo dallo stesso background si differenziano tra loro per stili e approcci al songwriting. Quali sono le influenze maggiori che ognuno di voi ha portato all'interno della band per far risultare il vostro sound così fresco seppure ben attaccato alle radici hardcore?

Innanzitutto ti ringrazio per il complimento sulla freschezza del sound! Semplicemente, suoniamo quello che ci piace e passa per la testa con passione e sincerità.. ascoltiamo tanta musica (ovviamente l’hardcore punk va per la maggiore) tra tutti e cinque ed ognuno ci mette del suo. Devo dire che è proprio questa la cosa che ci soddisfa maggiormente in fase di scrittura e speriamo che chi ci ascolta possa accorgersene.

 Sebbene nati da pochi anni avete già all'attivo molti concerti e il vostro nome è conosciuto nella scena nazionale, cosa vi sentireste di consigliare a ragazzini più giovani di voi che volessero formare una band?

Di essere convinti e soddisfatti di ciò che suonano, perché si fa musica per sé stessi e non per piacere alla gente. Altrimenti il discorso si svilirebbe, perché mancherebbe di onestà.

Ultima domanda prima di salutarvi: scegliete un pregio e un difetto (se ritenete ci siano) di suonare hardcore in Italia al giorno d'oggi.

Il pregio principale è che l’hardcore ti sa trasmettere sensazioni veramente incredibili, in particolare quando si crea l’atmosfera giusta ad un concerto; e poi ti insegna valori quali il rispetto, la sincerità, l’umiltà, lo spirito di collaborazione. Il difetto è la mancanza di coesione tra band, troppo frequente, che ha fatto sì che non si possa praticamente più parlare di scena in Italia.. senza tralasciare poi la totale inadeguatezza gestionale della maggior parte dei locali/promoter nazionali e la mancanza di una cultura live. Una volta le band ce le invidiavano.. o comunque basta notare come sempre più spesso i gruppi esteri più conosciuti snobbino la nostra nazione nei loro tour. Grazie per lo spazio!

Intervista a cura di Damiano

 

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