PUNK ROCK HOLIDAY, PARTE 2

 

 10/09/2011

Punk Rock Holiday // Parte 2
(14-15/08/2011)

3rd Day:

Svegliati di nuovo dal sole accecante che batteva sulla tenda e dai Rancid che uscivano dalle casse della macchina parcheggiata vicino alla nostra tenda ci prepariamo psicologicamente al terzo giorno di festival con Lasko, una delle peggiori birre mai bevute, e svariati panini e schifezze varie. Premetto che a causa del ritardo degli Strung Out che volevo intervistare perdo lo show delle prime 3 band e non volendo perdermi le altre band lascio la press area e vado ad accaparrarmi la prima fila. La prima band che vado a vedere sono i Jingo De Lunch. La band suona un rock molto semplice e poco originale, la cosa che li "contraddistingue" è la voce femminile. La band è precisa nell'esecuzione dei pezzi ma non mi comunica quasi niente. Il chitarrista ogni tanto si concede ad atteggiamenti virtuosistici che non digerisco affatto, però  condivido i discorsi della cantante tra un pezzo e un'altro e soprattutto apprezzo di tutto cuore l'omaggio che fa a gruppi storici della scena punk hardcore italiana come i Negazione e gli Indigesti. Alla fine dello show arrivo alla conclusione che la band, tutto sommato, non è malaccio ma del tutto fuoriluogo con gli standard del festival.
Facciamo una pausa cena e sul palco adesso ci sono gli Street Dogs. Come buona parte delle band punk rock di Boston, Dropkick Murphys docet, le influenze celtiche sono forti e non per qualcosa il frontman della è stato il primo cantante dei Dropkick Murphys. Sono molto incuriosito da questa gruppo e devo dire che non deludono affatto le mie aspettative. La band di Boston è parecchio affiatata e tira sù uno show con i controfiocchi. Ballate e pezzi più tirati si alternano senza mai stancare il pubblico. Notevole è anche la cover di Redemption Song riarrangiata in acustico. Performance notevole e promossi a pieni voti. A seguire ci sono gli Strung Out. Credo che la band non abbia bisogno di presentazioni dato che cavalcano palchi da circa 21 anni.
La scaletta spazia un po' su tutti gli album cercando di prendere il meglio da ognuno, infatti la band quest'anno è uscente dalla pubblicazione di un greatest hits. La band è precisa nell'esecuzione dei pezzi. La loro esibizione si conclude con la versione acustica di "The Exhumation Of Virginia Madison" e "Analog".
Gli headliner della serata sono i The Real McKenzie's. I canadesi si presentano rigorosamente in Kilt e cornamusa e fanno scatenare il pubblico presente in balletti "caratteristici". Oltre alle cornamuse e alla passione per lo scothc whiskey il sound della band si contraddistingue per la presenza di infiniti cori da sing along che coinvolgono buona parte del pubblico. Tra qualche birra lanciata e alcuni ticket trovati per terra ci si avvicina all'ultima giornata del festival...sigh sigh.

4rd Day:

Questa volta non ci svegliamo più con il sole accecante in tenda poichè il cielo è prettamente nuvoloso e si inizia a sentire anche qualche goccia di pioggia. Nonostante questo ci avventuriamo come sempre verso il cazzeggio mattutino giornaliero. Intanto proprio durante le ore di cazzeggio riusciamo a beccare Hefe, Smelly e tutto il Team dei Nofx con cui scambiamo due chiacchiere e qualche foto.
Diciamo che la giornata inizia con il piede giusto nonostante le condizioni meteorologiche non del tutto positive. In seguito andiamo nell'area fiume dove suonano due gruppi ska locali e ci beviamo qualche birra in attesa dell'inizio del concerto. Ad aprire sono i Golliwog band punk rock locale con frontman femminile. La band suona un punk rock/hardcore melodico veloce e diretto, buona parte dei pezzi non dura più di due minuti. Oltre a questo, i loro pezzi sono molto carichi di tematiche sociali e politici. L'esibizione della band è del tutto positiva peccato per le poche persone presenti. A seguire ci sono i Backstage band locale che suona un hardcore melodico alla No Use For A Name, per intenderci. Molto precisi nell'esecuzione dei pezzi e molto affiatati; peccato anche per loro per le poche persone presenti sotto il palco, avvrebbero meritato di più. Premetto che a causa di chiacchiere e birre con altri live reporter italiani nell'area press perdo l'esibizione degli Overflow  e dei Talco.
A seguire ci sono i Toasters che sono un gruppo ska newyorkese di fama mondiale e a quanto pare sono al 25esimo anno di carriera. Il gruppo suona uno ska che si avvicina molto al rocksteady e al 2 tone. Il pubblico risponde abbastanza bene anche se sono in pochi ad essere accorsi per la band mentre buona parte delle persone cercano sempre di più ad avvicinarsi alla prima fila per lo show dei NOFX. Nonostante questo piccolo appunto, lo show della band fila liscio ed io rimango sempre più schiacciato come una sottiletta verso le transenne. Ed ecco il momento che quasi tutti aspettavano.
Luci semi spente, parte Welcome To Jamrock ed ecco salire Fat Mike and co. Dopo una piccola battuta di Fat Mike sulla maggiore affluenza nell'ultimo giorno rispetto al terzo, lo show inizia con un Intro e Dinosaurs Will Die. Dalle prime battute si sente che la band è in forma e si continua ancora con Perfect Government tratto da Punk In Drublic. La scaletta della band californiana è completa, in tutto la band suona 25 pezzi, unendo i cavalli di battaglia dei 90's come Leave It Alone e Linoleum con i pezzi tratti dagli ultimi 3 dischi. La mancanza di pezzi come Stickin In My Eye e Don't Call Me White viene sostituita dalla presenza di pezzi più ricercati come Herojuana e The Malachi Crunch.
La band chiude lo  show con Theme From A NOFX Album seguita da una buona decina di minuti di fisarmonica by Eric Melvin. Dopo circa venti minuti dalla chiusura dello show rieccoli sul palco a sorpresa, ciò provoca una sorta di corsa generale verso l'area palco che in quei venti minuti si stava per svuotare, e suona I Wanna Be An Alcoholic. Si tende a vedere i NOFX come una band che ha esaurito le idee da un pezzo, beh personalmente per me la loro esibizione è stata la controprova a questa affermazione  sentita sulla bocca di tutti durante gli ultimi anni. Calcare palchi per 28 anni non è da tutti, eccetto i Bad Religion, e riuscire ancora ad avvicinare e a far appassionare persone verso il punk rock mantenendosi sempre fedeli e coerenti alla propria etica non può che far onore a questa band che ha, indubbiamente, segnato i migliori anni del Punk Rock. E con questo si conclude uno dei festival più belli di quest'estate.

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Live Report a cura di Nicola
Foto di Jza Crew

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